Per combattere disuguaglianza e povertà lavorativa, il PE chiede un salario minimo, condizioni eque per i lavoratori delle piattaforme digitali ed equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il principio secondo cui il lavoro è il mezzo migliore per combattere la povertà non si applica ai settori a bassa retribuzione e a quelli che lavorano in condizioni di lavoro precarie e atipiche. I deputati esortano dunque la Commissione e i Paesi UE ad includere la prevenzione della povertà lavorativa nell’obiettivo globale di porre fine alla povertà nell'Unione.
Direttiva europea sul salario minimo
I deputati accolgono la proposta della Commissione di direttiva UE su salari minimi adeguati, descrivendola come un passo importante per garantire che tutti possano guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro e partecipare attivamente alla società. Dove applicabile, la direttiva dovrebbe garantire che i salari minimi legali siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà.
Inoltre, i datori di lavoro non dovrebbero adottare prassi che prevedono la deduzione dai salari minimi dei costi necessari per l'esecuzione del lavoro, come l'alloggio, gli indumenti necessari, gli strumenti, i dispositivi di protezione personale e altre attrezzature.
Condizioni eque per i lavoratori delle piattaforme digitali
I deputati sottolineano che il quadro legislativo relativo alle condizioni minime di lavoro deve essere applicato a tutti i lavoratori come ulteriore elemento della lotta contro la povertà dei lavoratori, inclusi i lavoratori precari e atipici della gig economy.
I lavoratori delle piattaforme digitali devono essere inclusi nelle leggi vigenti in materia di lavoro e nelle disposizioni in materia di sicurezza sociale. Inoltre, la proposta legislativa della Commissione dovrebbe garantire che i lavoratori delle piattaforme possano costituire rappresentanze dei lavoratori e formare sindacati per concludere contratti collettivi.
Equilibrio attività professionale - vita familiare
I deputati invitano gli Stati membri a recepire rapidamente la direttiva sull'equilibrio tra attività professionale e vita familiare e a darle piena attuazione. Poiché, tendenzialmente, le donne sono in media più esposte degli uomini al rischio di povertà e di esclusione sociale rispetto agli uomini, è fondamentale far fronte al divario retributivo di genere e garantire l'accesso a un'assistenza all'infanzia di qualità ed economicamente accessibile.
Il testo non legislativo è stato approvato con 365 voti favorevoli, 118 contrari e 208 astensioni.
La relatrice Ӧzlem Demirel (La Sinistra, DE) ha detto: "L'UE è una delle regioni più ricche del mondo. Tuttavia, 95 milioni di europei vivono a rischio di povertà. Solo per questo motivo, abbiamo bisogno di un'azione urgente per garantire una vita libera dalla povertà per tutti. In tutta Europa, abbiamo bisogno di standard sociali minimi e di forti sistemi di sicurezza sociale. Abbiamo bisogno di salari e redditi che permettano una vita decente. Non dobbiamo permettere che gli interessi economici prevalgano sulla protezione sociale"
Contesto
Secondo la definizione di Eurostat, gli individui sono a rischio di povertà quando lavorano per più di metà anno e il loro reddito annuale è inferiore al 60% del livello di reddito medio familiare nazionale al netto dei contributi sociali. I dati Eurostat mostrano che il 9,4% dei lavoratori europei si trovava a rischio di povertà nel 2018.
I salari minimi non sono aumentati allo stesso ritmo di altri tipi di salari in molti Paesi UE, esacerbando le disuguaglianze di reddito e la povertà lavorativa e riducendo la capacità dei lavoratori a bassa retribuzione di far fronte alle difficoltà finanziarie.
Per ulteriori informazioni
Il testo approvato sarà disponibile qui (cliccare su 10/02/2021)
Ufficio stampa Parlamento europeo in Italia
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